Descrizione
Il MOM - Museo dell'Olio di Miggiano - ha sede nel frantoio ipogeo nel cuore del centro storico di Miggiano.
L’edificio del frantoio, le cui opere di ristrutturazione e riqualificazione sono state completate nel dicembre 2018, deposita e testimonia una civiltà millenaria che racconta la storia dell’olio d’oliva e della sua estrazione. Come l'ulivo caratterizza l'aspetto paesaggistico salentino, così il trappeto sotterraneo, nel quale si concretizzava il lungo processo di lavorazione per far sgorgare l’oro liquido dell’economia salentina, è imprescindibile dalla cultura economica e sociale del Salento. L’olio non è solo un prodotto principale dell’economia salentina, ma la sua coltivazione è così radicata nel nostro territorio, nella sua storia e nelle tradizioni delle sue genti. Non può sfuggire, agli occhi di qualunque visitatore come la coltivazione di olivi caratterizzi il nostro paesaggio fatto di immense distese di oliveti.
Pertanto, il MOM vuole celebrare lo stretto rapporto esistente tra la coltura dell’olivo, il suo prodotto, le trasformazioni ed evoluzioni dell’ambiente in cui per secoli è cresciuto ed è stato coltivato con le sue implicazioni culturali ed economiche.
Il frantoio ipogeo di Miggiano si presume risalga ad un’epoca antecedente il 1500, è rimasto in attività fino ai primi del 1900 quando nuovi metodi di lavorazione hanno segnato il graduale abbandono di questo tipo di strutture. Trattasi per l’appunto un frantoio ipogeo ricavato in una grotta sotterranea scavata nel banco calcarenitico del sottosuolo antistante la principale via Roma, da cui attualmente si accede. Si estende su un’area di circa 780 mq (circa 28x28 m) ed interessa alcuni isolati del centro storico e la chiesa del Carmine.
La tipologia ipogea, preferita soprattutto per l’economicità dei costi di costruzione, è stata realizzata sino agli inizi del 1800. L’operazione di scavo avveniva a mano ad opera di una manovalanza a basso costo, i cosiddetti “foggiari”. Dal 1800 al 1900 diventa più diffusa la tipologia semi-ipogea in cui gli ambienti si presentano con una copertura a volta eseguita con conci di tufo in parte al di sopra del piano di campagna per poi arrivare dai primi anni del 1900 alla tipologia industriale in cui tutti gli ambienti vengono costruiti fuori terra.
Fino al secolo XVIII i frantoi oleari erano molto diffusi nelle grandi campagne di ulivi. Talvolta, se un frantoio non riusciva a soddisfare tutta la lavorazione della produzione annua si ricavava un altro frantoio vicino, da ciò la probabilità che questo frantoio non sia singolo ma costituisca parte di un complesso a rete di più frantoi collegati scavati nel sottosuolo di Miggiano.